Esiste un piccolo paese in Friuli Venezia Giulia che appare e scompare a seconda delle stagioni, nascosto in un lago si trova Borgo di Movada, o quello che ne resta che si presta ad essere una moderna Atlantis italiana.
Negli anni 50’ il piccolo Borgo di Mondava era un piccolo paese formato da persone semplici e bravi artigiani, oltre a piccoli allevatori e agricoltori, con gli anni e l’industrializzazione di Torviscosa si decise di cercare una fonte di energia più grande.
Per soddisfare le necessità di energia richiesta per gli impianti industriali, la Saici (Società anonima agricola e industriale per la produzione italiana della cellulosa) individuò nella Val Tramontina l’area ideale per la creazione di tre laghi artificiali destinati alla produzione idroelettrica (costruendo le dighe di Redona, Selva e Ciul, ora in possesso di Edison).
Agli abitanti di Movada furono dati pochi giorni per abbandonare le abitazioni, e trasferirsi al di sopra del bacino dei laghi artificiali, con la possibilità di portare via dalle abitazioni tutto quelle che potevano, tra cui porte, finestre e tutto quello che potesse loro servire.
A testimonianza del piccolo paese rimasero delle abitazioni sventrate, (per mantenere bassi i costi non vennero abbattute), scheletri di una tranquilla vita passata in una valle che di lì a poco sarebbe stata allagata.
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