Avete mai assaggiato le moeche? Se la vostra risposta è no dovete assolutamente fare in modo di vivere questa prelibata esperienza sensoriale per il vostro palato.
Non dovrete fare molta strada in reltà sarà sufficiente arrivare in Veneto in particolare delle zone di Burano, Giudecca e Chioggia.
In Veneto il termine moeca ha due significati legati alla tradizione: esso si associa sia all’effigie del leone di San Marco alato, simbolo della città, (el leon en moeca), sia al granchio locale in fase di muta. Questa prelibatezza è definita anche la pepita veneziana.
Durante la muta il granchio si libera dall’esoscheletro per aumentare le proprie dimensioni e creare così una nuova corazza adatta a contenerlo e quindi si presenta molto tenero, al punto da poter essere cucinato e mangiato senza difficoltà.
La pesca delle moeche è un’attività esclusiva della laguna veneta; i pescatori, una volta presi questi granchi nei cogòlli delle serraglie, li separano dal pesce cui sono mischiati, li portano entro sacchi di iuta nei casòni o casòti, li selezionano e immettono quelli prossimi alla muta, detti spiàntani (i molecanti conoscono ormai ogni segreto dei granchi), in grandi cassoni di legno, semisommersi, chiamati vièri, dove in breve tempo diventeranno moéche.